Studio tau
La prima norma di questo genere è la SA 8000 emessa dal SAI (acronimo di Social Accountability International), un organismo privato americano nato per promuovere la tutela dei diritti basilari delle persone nell’ambiente di lavoro.
Nel testo troviamo, accanto ai consueti elementi gestionali sulla falsariga delle ISO 9000, la definizione degli otto requisiti di responsabilità sociale elencati nel seguito:
– lavoro infantile
– lavoro obbligato
– salute e sicurezza
– libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva
– discriminazione
– procedure disciplinari
– orario di lavoro
– retribuzione.
Si tratta quindi di requisiti relativi alla situazione dei lavoratori, sostanzialmente indipendenti dallo specifico settore in cui opera l’organizzazione e dai prodotti e/o servizi che offre; la loro effettiva incidenza è ovviamente funzione della specifica situazione socio-economica in cui opera l’organizzazione interessata.
Nelle nazioni economicamente sviluppate queste materie sono regolamentate dalle leggi e le violazioni dei diritti delle persone legate a questi elementi costituiscono solitamente un’eccezione, anche se a volte non mancano le sorprese.
Per contro nei paesi in via di sviluppo la legislazione in materia è spesso carente e le situazioni di abuso costituiscono purtroppo una situazione diffusa; l’organizzazione che sceglie di aderire alla norma assume quindi l’obbligo di rispettare:
– quanto previsto dalle leggi nazionali del luogo ove opera,
– gli altri requisiti indicati o referenziati nella norma SA 8000
applicando di volta in volta le disposizioni che risultano più restrittive.
La ISO 26000 è invece una Guida, ovvero un documento che non presenta requisiti rispetto ai quali dimostrare la conformità, ma ha lo scopo di dare indicazioni alle aziende perché orientino i propri comportamenti verso criteri di responsabilità sociale.
Questa scelta operata dall’ISO rende questo documento sostanzialmente differente dalla SA 8000; invece di proporre degli elementi rispetto ai quali misurarsi, questa norma propone infatti spunti di riflessione sui comportamenti aziendali.
Essi sono sintetizzati nei sette principi:
– responsabilità (accountability);
– trasparenza;
– comportamento etico;
– rispetto degli interessi degli stakeholder;
– rispetto del principio di legalità
– rispetto delle norme internazionali di comportamento;
– rispetto dei diritti umani.
che l’azienda deve trasformare in regole di comportamento.
Si tratta di un approccio che:
– evita di proporre un modello cui conformarsi;
– è utilizzato nell’ambito delle iniziative di Corporate Social Responsibility (CSR).